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- Una, nessuna, centomila AlternativeGiugno 12, 2019
- Una, nessuna, centomila Alternative
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Se hai conosciuto la musica prima dell’era dei tag, degli hashtag e delle playlist, sei stato probabilmente testimone della crescita compulsiva e frenetica del fenomeno della catalogazione dei generi musicali in particolare dei vari Alternative (come Alternative Rock e Alternative Metal).
Semplice necessità dell’homo sapiens di assecondare il proprio istinto indagatore o necessità dell’homo economicus che, nel bazar dello streaming musicale, dispone i propri prodotti in modo da favorirne la vendibilità? Difficile a dirsi.
Certamente però ci troviamo spesso a sfogliare intere librerie e cataloghi nei quali troviamo, anche sotto la medesima categoria o genere, band che tra loro propongono un sound decisamente diverso. Impossibile operare un oggettivo e preciso distinguo, si arriverebbe all’ossessione; né la nostra vuole essere una battaglia ideologica, che porterebbe al fanatismo.
Vogliamo qui limitarci a un breve approfondimento su un genere molto ampio, l’Alternative Metal, che proprio grazie alla propria ampiezza ci permette di sedere al fianco di band molto diverse da noi: proprio come farebbe un gruppo eterogeneo di amici che, condividendo un divano abbastanza comodo e largo, chiacchiera serenamente sia di quanto abbiano in comune, sia di quanto siano diversi.
È difficile negarlo, quando si dice Metal le cose che vengono in mente sono più o meno queste: capelli lunghi, borchie, pelle e, più in generale, tutta una serie di elementi che vanno dalla semplice rabbia sociale a meandri ben più oscuri dell’animo umano.
È quasi ironico come i mezzi espressivi che erano alla base del Rock liberatorio degli anni 60 e 70, con i suoi messaggi peace & love, si siano come capovolti nel giro di dieci anni, trovando nel Metal un registro espressivo decisamente più aggressivo ed oscuro. Pulsione sessuale, attrazione verso il macabro, desiderio di dominio, flirt con il Demonio: questi alcuni dei capisaldi di un genere che è riuscito a diffondersi tra i giovani di ogni angolo del globo, pur non incontrando sicuramente il favore delle classifiche e del mercato mainstream. Forse proprio da questa marcata e forte identità, alla lunga un po’ limitante, è nata durante gli anni ’90 la necessità di una musica che, pur suonando ancora Metal, fosse alternativa agli stereotipi del genere da un punto di vista musicale che tematico.
Ecco dunque liriche capaci di affrontare temi personali e sociali, espressione di una società in cui l’individuo, conscio della propria complessità, cerca di sfuggire all’ansia e all’alienazione.
La sfiducia nel progresso, la denuncia della solitudine urbana e la ricerca dell’Altro, spesso irraggiungibile, apre il genere Metal all’analisi di un mondo multisfaccettato che prima era precluso dalla sua stessa oscura ed irremovibile ostinazione. Da questo punto di vista, l’Alternative Metal è quasi un Anti-Metal.
I was looking for something a lot heavier, yet melodic at the same time. Something different from heavy metal, a different attitude.
Kurt Cobain
Non è un genere che da delle risposte, ma è più un genere aperto a mille domande ed influenze, che sicuramente esprime in maniera più fedele le inquietudini di una generazione che sa di non poter trovare rifugio in alcuna posizione dogmatica o ideologica. Un’apertura che si riflette anche nell’ampliamento delle possibilità musicali, con l’inserimento di elementi da molti altri generi musicali (Hip-Hop, Jazz, Folk) che portano ad originali matrimoni che prima sarebbero stati considerati blasfemi. Il riff ossessivo si alterna quindi all’alleggerimento melodico, quasi contemplativo; la complessità e la varietà diventano ricchezza; il canto non è più solo espressione di rabbia distruttiva, ma può essere anche monologo interiore ed introspettivo, lamento esistenziale.
Ci sentiamo, nel bene e nel male, di appartenere a questa generazione. Amiamo l’energia e la forza che il Metal è capace di convogliare ed esprimere, ma è un’energia che sentiamo di voler indirizzare verso la ricerca e la sperimentazione. Nella speranza che la musica diventi un modo per conoscere meglio se stessi e meglio raccontarsi agli altri.